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venerdì 24 giugno 2011

Saturnine, Tabacchiere o Ufo...?

Ora andare dal fruttivendolo è diventata un'impresa!
Nemmeno le pesche collaborano a diminuire la mia fervida immaginazione e continuo a immagazinare cavolate a produzione industriale nel mio cervellino da gallina. Faccio pure le scorte in magazzino.
Come posso cominciare? La mattina come prima cosa penso alla spesa. Vado dal fruttivendolo vicino casa mia, decido già per strada di comprare delle pesche, ma quando entri cosa ti trovi? Una marea di pesche di tutti i tipi. La commessa gentilmente ti serve e ti chiede:
"Quali?"
"Beh, quì ne vedo di tutti i tipi, prezzi e forme, sono indecisa".
"Sono tabacchiere. Vengono dall'Etna. Sono tipiche siciliane".
"Beh, vengono dall'Etna ma in sostanza io le vedo come pesche".
"Befana, infatti sono pesche. E solo un'altra specie, ma il sapore è quello".
"Apparte tutto, se io sono Befana tu sei la moglie di Frankstein. Ma io devo andare a pagare E3,50 di pesche solo perchè cambia la forma e nome? Il sapore penso sia sempre quello?"
Scocciata la commessa rinuncia a servirmi.
Il fatto è che ora il mondo del cibo è cambiato. Solo a vedere in tv cuochi che hanno preso la macchina da presa come trampolino di lancio dei loro ristoranti, ma che non hanno a che fare con le sagome dei cuochi normali. Di solito sono grossi e brutti, questi sono belli e in forma. Segno che nessuno va a mangiare da loro per le loro qualità culinarie, ma per altro.
Altro dilemma sono le uova. Si impazzisce davanti a tanta scelta.
Prima andavi dal lattaio e compravi delle uova, lui ti faceva un cartoccio con la gazzetta e tornavi a casa che erano tutte macerate. Adesso vai al supermercato e devi chiamare uno psicologo che ti aiuti. Ce ne sono a bizzeffe di uova. Ci sono quelle fresche, freschissime, extrafresche, categoria A, categoria B, categoria juniores, e poi ci sono quelle grandi, piccole, grandissime e extralarge che sembrano cocomeri, che ti si stringe il cuore a pensare a quella povera bestia e al suo di dietro.
Ma come si fa a vivere in un mondo dove ci sono trenta tipi di uova?
Come faccio a scegliere tra fresche, freschissime e extrafresche? E le freschissime sono più fresche di quelle extrafresche?...
Forse manco della classica massaia, ma ancora oggi ho difficoltà nel fare la spesa.
Sempre dal fruttivendolo compro un chilo di pomodori:
"E 2,50. Sono di coltivazione biologica".
"Caspita! E cosa hanno oltre ad essere biologiche? Sono piccole come palline da ping-pong e dure come pietre?"
"San di pomodoro".
Forse è giusto. Gli altri pomodori sanno di aria, acqua e frigo. Vorrei chiedere al venditore se una volta di mestiere faceva il gioielliere e poi per non andare in rovina ha messo su una piantagione di pomodori usando lo stesso tariffario delle catenine e delle pietre dure?
Dopo questa scenetta dal fruttivendolo mi incammino verso il pescivendolo:
"Quattro sgombri, grazie".
"15 E".
"Minchia!... Oh, mi scusi".
"Non si preoccupi... Sa sono di Taranto, non sono dall'evamento, sono pescate dal mare".
"Perchè che differenza c'è? Cambia il sapore?"
Mi guarda con uno sguardo fulminante.
"Sa a me ultimamente fare la spesa non piace tanto. Sparare cavolate invece mi garba da matti!".

martedì 21 giugno 2011

La verità ti apre gli occhi


E' propio vero: sono propio un'anima in pena.
Ancora una volta ho dimostrato quanto sono ciurla.
Ieri mi è stato persino detto: "Povera scema! Ti vuoi mettere contro il mondo dei maschi...".
Ha propio ragione. Io che sdrammatizzo sull'autostima femminile, sono la prima a non comprendere quanti punti deboli ho. Potrei riempire il mare con i miei difetti. Sono propio fatta male! Non dovrei lamentarmi se mio padre mi dice che non ho limite alla mia idiozia. Cosa si può pretendere da me. Fare sempre lo stesso errore non mi è bastato a comprendere quanto sono torda. Ci si può fare un monumento per i musei con la mia stupidità. Ed io illusa che li chiamavo errori: sono propio scema! Una creatura più cretina di me non esiste al mondo!

venerdì 17 giugno 2011

La mia colazione: il ricordo delle notti magiche

Sono solo un anima in pena.
La verità è che ha ragine mio padre: non c'è limite alla mia idiozia. Nemmeno il sonno mi placa
Sembro propio uscita da un fumetto!
Nelle ultime notti mi capita di non dormire e per passare il tempo di quelle lunghe ore cucino, spolvero e mi sistemo tutte le dispense. Caspita non immaginavo che avevo tanta roba da buttare! Tante volte vedo un dvd, ma non prendo pace. Nella mia zucca spopolano troppe idee da non contenerle più. Sarà questo il motivo della mia insonnia. Prendo anche delle vitamine, ma con pochi risultati. La mia amica mi consiglia: "Cambia letto!". Non penso sia quello il problema. Ne ho cambiati tanti: ho avuto il letto a mobiletto, a divano, o persino dormito in tenda e su materassi sdraiati a terra (esperienze notturne vissute con le suore a Policoro). Ne ho provate abbastanza. Mi ricordo molto bene il letto della nonna, all'angolo di via Piave a due passi dalla chiesa. Mai dormito. Era di ferro, e forse pure arrugginito, faceva gnic gnic quando salivi e gnic gnic quando scendevi. Alto, altissimo, che per me arrampicarmici in cima era una vittoria. Quando ci si sdraiava la nonna scatenava un onda anomala delle molle e io frrrrtt rotolavo dalla sua parte. Per far soffrire d'insonnia noi nipoti ci rimboccava a mummia con le lenzuola di lino grezzo, cartavetro che scivolandoci su ti facevi il peeling su tutto il corpo. Sopra il letto pendeva un quadro, non mi ricordo se di Gesù, della Madonna o Santa Rita, comunque roba di tragedia misto sangue e spine, che incombendo sulla testa, insieme al rintocco del campanile vicino, creava quella atmosfera di horror tutt'altro che tranquillo. Stessa solfa la camera da letto dei miei. Anni '70, tutta di legno intagliata, sembrava che ci si sdraiava in una bara con accanto comodini, di fianco il comò che faceva paura, di notte con la luce della luna sembrava che vedevi i mostri. Dall'altro lato c'era l'armadio e t'immaginavi che uscisse di tutto, e non di bello, per quanto era mostruoso.

domenica 12 giugno 2011

Tutto questo è beautiful

Dopo un lungo periodo di assenza rieccomi con la mia autoironia da patatina fritta!
Vi chiederete, chiaramente, che fine ho fatto. Beh, ogni tanto capita che il motore si guasta e bisogna ripararlo. E ogni tanto bisogna camminare a piedi...
"...E vissero tutti felici e contenti".
Vorrei scrivere una storia che parla così e magare finisse così. Una storia dove non succede nulla. Che stia bloccata sul tasto pausa. Dove tutti vivono quieti, senza crucci e senza impicci. E invece passiamo dei giorni che iniziamo con "ma crepassi" e si concludono con "allora crepa". Allora perchè esistono le finte felici.
Donne che incontri per strada e gli chiedi: "Come stai?", senti la risposta e noti toni falsi: "Bene cara, guarda: il lavoro un incanto, la vita va benissimo, l'amore, poi... ho incontrato un principe completamente azzurro che mi ha sfondato il cuore e gonfiato l'utero... partorisco a Natale".
E che noi donne siamo fastidiose, abbiamo la fastidiosità nelle vene. Vogliamo sentirci dire dai nostri uomini parole belle, romantiche. Non frasi come: "Guarda che ti scade l'assicurazione". Qualche giorno fa la mia amica Mariagiovanna si sentiva molto Rossella O'Hara, così gli ha mandato un sms al suo Rhett Butler: "TI AMO". Bastava che rispondesse: "ANCH'IO". Son pur sei lettere. No lui no. Gli ha risposto: "PRENDO ATTO".
E io che una volta credevo al principe azzurro. Coi capelli biondi e gli occhi azzurri. Che citofonava al portone posteggiando il cavallo bianco di lato al cassonetto. Son passati 29 anni e ancora non l'ho trovato. O son cretina o comincio a dubitare che sia una specie protetta. Magari si è estinto da anni. La mia amica ha trovato svariati uomini, con qualcuno ha fatto due passi, ma mai a cavallo.
Un giorno gli mandai un sms: "Ho appena finito di leggere un libro di Tina Grube: 'Gli uomini sono come il cioccolato', ma dovrebbe scrivere anche 'Le donne sono come la mostarda' perchè non sanno dove metterla, come metterla, perchè metterla.